mercoledì 19 giugno 2013

La Storia del Gladiator





                                                            ( Foto Nando Avallone )




Il Gladiàtor di Santa Maria Capua Vetere, secondo le ultime ricerche effettuate , ha emesso il suo primo vagito nella primavera del 1912..Nasce come società polisportiva che agglomerava più discipline, tra le quali anche il calcio.
Con il suo secolo di vita, di cui quest’anno si festeggia il genetliaco, rappresenta sicuramente una delle società calcistiche più longeve non solo della Campania, ma dell’intera Penisola.
Il suo nome, dato dai soci fondatori, sta a significare
, in omaggio a una delle più celebri e rinomate scuole gladiatorie, sorta proprio nel territorio dell’antica Capua, dove, tra gli altri, venne addestrato il gladiatore trace Spartaco che dette vita nel 73 a.C alla nota rivolta degli schiavi contro l’ ”imperium” di Roma.
Santa Maria Capua Vetere è una città trimillenaria sorta sul sito dell’antica Capua etrusca, pregna di storia che ha avuto figli insignii, uomini di grande spessore culturale, quali Alessio Simmaco Mazzocchi, Francesco Pratilli, Antonio Tari, Carlo Gallozzi, Antonio Curri; il più che noto anarchico Errico Malatesta, Raffaele Perla, Pasquale Papa, Federico Pezzella, Ugo de Carolis, e ultimi, in ordine di tempo, Giacinto Bosco, Eugenio della Valle e Giuseppe Caiati.
Ma a questa città , sede del Tribunale, dal 1804, di monumenti importantissimi quali l’Anfiteatro, il Mitreo, l’Arco Adriano, il teatro “Garibaldi”, ha dato lustro e notorietà anche il Gladiator.
Gli “Audaci”,(così si chiamavano i pionieri del calcio sammaritano) già nel lontano 1910 davano vita ai derby sfidando i cugini casertani della “Robur” sul campo di gioco, allestito in piazza Berolasi, oggi piazza Anfiteatro.
Tre lustri dopo la costituzione della società Gladiator, nel 1927, gli amanti del pallone ebbero finalmente un proprio campo sportivo, quello attuale che fu intitolato a “Mario Piccirillo”, un medico benestante sammaritano che, morto in quell’anno, tra i suoi lasciti aveva donato il terreno al Comune, che successivamente, nel 1930, lo cedette in enfiteusi al Gladiator.
La fine degli anni ‘20 e il primo decennio dell’anno successivo sono legati a giocatori come Camozzi, Celentano,Guarnieri, Hippel, Marchesi, Pedotti, Porfidia,Righi ,Schiavone,Brini, Salvatorini, Di Rienzo e Natale.
Negli anni Trenta il Gladiator, con sede in Piazza Matteotti,  partecipa all’allora campionato di Terza Divisione e a vari tornei , aggiudicandosi quello disputato al Vomero di Napoli contro i ragazzi di Lambiase, Nel 1933-34 il Gladiator si aggiudica il campionato “Unione Liberi calciatori”.
Nel periodo del regime che incoraggiava lo sport, il Gladiator prende quota e dal 1938 al 1941 (presidente Andrea Buffolano) la squadra vince il campionato di Seconda e Prima divisione, aggiudicandosi la Coppa Campania, e partecipando alla Coppa Terrile e alla targa Capocci. Sono gli anni dei tecnici Nereo Marini, l’ungherese Maly e di Ferrari., del portiere Furio Molinari, dei difensori Dotti, Appullo, Fasanelli, Martinetti. In mediana giocavano Scala , Salvi, Manfredini, Gagliardi. I frombolieri erano Russo ,Vercillo, Lamanna, Crepaldi, De Angelis, Sartori e Bovienzo.
Agli sgoccioli della triste parentesi bellica ,nell’inverno del 1943-1944 ,il Gladiator affronta in amichevole le squadre dei reggimenti inglesi e scozzesi , presenti sul territorio ,vincendo tutte le partite. Fu certamente una bella rivincita, dopo aver perduto la guerra.
Sono gli anni del portiere Biagio Nespoli, tuttora vivente, dei difensori Nardiello, Nicosia, Picciano, Iannotta, dei centrocampisti Muto e Cirillo,; degli attaccanti Dello Nigro, Rosetti, Cocozza,Michele Pirolo (futuro presidente del Gladiator degli anni Settanta) e Nino Lamanna e dei non locali Rossellini, Pretto, Rosi, Busani, giocatori che passarono,successivamente, al Napoli. L’allenatore era l’inossidabile Vincenzo Aveta.
Nel 1945-46 il Gladiator vince il campionato di serie C, ma deve rinunciare al passaggio in serie B, per mancanza di risorse finanziarie. La squadra annoverava, tra gli altri, i vari Roggero, Maneo, Pannoli, Lo Presti, Maran, Compagnucci.
Nel ‘1946 ‘47 il Gladiator partecipò al campionato di Prima Divisione vincendo tutte le partite, tranne una.
Alla guida del sodalizio nerazzurro, negli anni Cinquanta ,si alternarono i presidenti Giusti, Cangiano, Raucci, Palombi e Papa e proprio sotto la presidenza di quest’ultimo, essendo a lui molto amico, venne a Santa Maria Capua Vetere il mitico e indimenticato Italo Allodi, che disputò con la maglia nerazzurra, in qualità di centrocampista, i campionati 19 52-’53 e 19 53 -54, insieme a Stelio Nardin e Mistone, entrambi passati, successivamente, al Napoli. A proposito di maglie e di colori sociali c’è da ricordare che la prima maglia del Gladiator era rossa con colletto e polsi bianchi; negli anni Trenta divenne quella attuale blu e nera a strisce verticali.
Sotto la presidenza del più che noto avvocato del Foro sammaritano Ciro Maffuccini,il Gladiator conquistò nel campionato 1956- ’57 la serie D. Negli anni successivi al 1958 si alterneranno alla presidenza del Gladiator l’avv. Guido Ventriglia, insieme al commerciante Ettore Iovine,l’avv. Marrocco e dal 1960 l’inossidabile Tommaso Rossetti.
Successivamente inizia il declino della società nerazzurra che si protrae per sette anni, ma, nell’agosto del 1968, c’è la storica fusione con l’altra squadra di Santa Maria, la Juve sammaritana del presidente Amedeo Di Lorenzo,(al quale si auspica che l ‘Amministrazione comunale, quanto prima , attribuisca un doveroso riconoscimento per la sua attività rivolta ai giovani, intitolandogli una strada o in alternativa la ribuna del stadio Piccirillo) la società dei giovani calciatori,fondata nel 1930,che in quello anno era stata promossa in Eccellenza.
Il Gladiator, con il presidente Michele Pirolo, prende parte al campionato di Promozione di Eccellenza., annoverando tra le sue fila il portiere Giacomo Zunico,che negli anni successivi giocherà in serie A con Lecce, Varese, Catanzaro,Parma e Brescia .
Quindici anni dopo con l’avvento dei fratelli Vollero[Fernando (presidente), Antonio, Roberto e Gaetano], il Gladiator conquisterà la serie C, disputando due campionati (‘84-‘85 e 85- 86) tra i professionisti. Sono gli anni di mister Franco Villa, (il Kaiser), del portiere Elefante, dei vari Di Costanzo, che successivamente intraprenderà la carriera di allenatore, approdando qualche anno fa , sulla panchina del Venezia,Messina, Ascoli,Padova in serie B e recentemente a Barletta), di Carannante, D’Agostino, Cappiello, del bomber Di Baia, del centrocampista Fratini, del bomber Puntureri, dei fratelli “Chicchino” e Salvatore Di Rienzo (entrambi sammaritani doc).
Negli anni successivi, dopo l’addio dei fratelli Vollero, il Gladiator ritorna nel campionato di Eccellenza. Avrà come presidenti prima il commerciante Palombi e successivamente il geometra Gaetano Signore: Quest’ultimo riuscirà a riportarlo in serie D, nella stagione calcistica 1989-’90.
Quelli successivi sono gli anni più anni bui della sua storia: si alternano alla guida della squadra i presidenti Lattarulo, Pappacena ,Giovanni Pimpinella e Armando de Nigris.Questi ultimi due riescono ad evitarne la scomparsa.
La società viene rilevata alla fine degli anni Novanta dal presidente Alfonso Salzillo, un grande tifoso del Gladiator, il quale insieme all’avvocato Mario Natale, riesce a riportare la squadra in serie D ,che ,successivamente, guidata da Nello Di Costanzo vince nella stagione 2001-2002 il campionato approdando in serie C2.
Della squadra fanno parte giocatori quali Gaetano Romano,Vincenzo Di Maio e Noviello. Al suo ritorno in C2 Rai Sport trasmise una partita del Gladiator per la prima volta nella sua storia. La partita fù Nocerina- Gladiator che terminò con il punteggio di 0 a 0. Durerà , però,solo un anno il sogno della serie C : i vari Giannascoli, Scarpa,che poi giocherà in serie B con la Salernitana , l’attaccante Poziello, il portiere Di Muro dovranno cercarsi altre squadre perché la società Gladiator ,qualche settimana prima dell’inizio del campionato 2003-2004 decreta il fallimento.
Si ricomincia da capo e solo grazie allo sviscerato amore del presidente Salzillo la squadra nerazzurra non scompare dalla geografia calcistica.
Siamo agli ultimi due lustri della storia .Il presidente tiene il Gladiator in vita e dalla Promozione lo riporta in Eccellenza e a disputare più volte i play off.
E quello che è successo dopo è storia più che recente .
Nell’estate del 2011 la svolta, con la società che viene rilevata dal presidente Lazzaro Luce, manager della multinazionale Derichebourg, il quale dà mandato al direttore sportivo Antonio Simonetti di allestire una supercorazzata per riportare il Gladiator nel calcio che conta. Il direttore sportivo, in breve tempo, riesce a vestire di nerazzurro giocatori di talento che sposano il progetto della società, non disdegnando di scendere di categoria.
Diventano così “gladiatori” i portieri Iafullo e De Filippo; i difensori Arietano ,Panariello,Luce, Noviello, Criscuolo, Giardino e Caiazza; i centrocampisti Martone, Armonia, Bonavolontà, Di Pietro,Vitiello e Leone; gli attaccanti Giulio Russo, Aurino, Bizzarro, Guadagnuolo, Sticco, Rima, Mele.
Il timone della squadra viene affidato al navigato nocchiero Giovanni Macera ,che insieme a un nutrito e qualificato staff tecnico ha il compito di riportare ,la navicella nerazzurra nelle acque del calcio professionistico.
I Gladiatori danno vita a un buon campionato, ma incontrano sulla loro strada un’altra corazzata, il Savoia, con la quale ingaggiano una lotta serrata,un tete a tete, che solo nel finale vede prevalere la compagine oplontina degli ex Ottobre e Montaperto.
Sulla carta , ma anche sul campo, il Gladiator dimostra di essere più forte degli avversari di Torre Annunziata, battendoli al Piccirillo 4-1 in campionato e 4-2 in Coppa Italia. Al “Giraud” di Torre Annunziata, il Gladiator pareggia 2-2 in campionato, ma dimostra nel return match d Coppa Italia di non saper bene amministrare la gara, perdendo 2-0 ,subendo la seconda rete al 95’ Nonostante i vari record a livello nazionale, posti in essere(attacco più prolifico di tutti i campionati con 98 reti a segno e il bomber dei bomber Giulio Russo andato a segno ben 38 volte nelle trenta partite di campionato) il Gladiator finisce al secondo posto.
Vani risulteranno gli arrivi in nerazzurro di giocatori di provata esperienza tra i quali l’attaccante Poziello e il difensore Piscitelli, e nel finale anche il cambio di allenatore con il defenestramento di Macera, ormai incapace di gestire lo spogliatoio e l’arrivo di Roberto Carannante, che opera un repulisti mettendo fuori rosa giocatori quali Guadagnuolo,Sticco e Poziello. Il Gladiator approda ai play off, affrontando al “Piccirillo” la Virtus Carano.
Il match finisce 0-0,dopo la disputa dei supplementari, e il Gladiator classificatosi in campionato, prima dei cugini aurunci, passa il turno.
In semifinale affronta e batte sia all’andata al “Piccirillo” che al ritorno al “Ventimila” i molisani della Turris Santa Croce.
La serie D è sempre più vicina. L’ultimo ostacolo è rappresentato dalla Città di Messina. Al “Celeste”, nel primo dei due match della finalissima nazionale, il Gladiator viene sconfitto 1-0 su un inesistente calcio di rigore. Nel match di ritorno del 17 giugno, al “Piccirillo” la squadra del presidente Luce, sostenuta da duemila tifosi, verrà sconfitta per 1 a 0.
La Città di Messina conquista la serie D tra la grandissima amarezza di tutti gli addetti ai lavori e dei tifosi.
 Il presidente Luce, che aveva promesso ai tifosi che avrebbe portato il Gladiator in serie D, non si smentisce. Non c’è riuscito per la porta principale, ma , apertasi una finestra, riesce ad infilarsi e a rilevare il titolo del Nuvla San Felice, compagine nolana, in gravi difficoltà economiche, e a portarlo a Santa Maria Capua Vetere.
La gioia dei tifosi è veramente grande: festosi caroselli salutano il ritorno della serie D in città, dopo un’attesa lunga 10 anni.
Il patron Luce, come del resto era prevedibile, opera all’interno della società una vera e propria rivoluzione copernicana. Vanno via il direttore sportivo Antonio Simonetti e il tecnico Carannante e arriva il direttore sportivo Antonio Governucci. Al timone della squadra viene chiamato il vulcanico e rampante Gigi Squillante, il tecnico che due anni prima era stato alla guida dell’Ippogrifo Sarno del patron Luce.
Viene ridisegnato il nuovo Gladiator. E’lo stesso presidente che tratta con i giocatori. Arrivano giocatori importanti con molteplici esperienze in campo professionistico, quali gli attaccanti Manzo ( oltre 200 gol in carriera) e Del Sorbo, il centrocampista Gatta (un vero e proprio motorino), i difensori Terracciano e Borrelli, gli under Izzo, Pastore, Maiellaro e Viglietti.
Della “vecchia” guardia vengono confermati i difensori Criscuolo e Luce, i centrocampisti Di Pietro, Bonvolontà e Leone e l’attaccante Bizzarro. I tifosi chiedono la riconferma del super bomber Giulio Russo(38 reti lo scorso campionato) che andrebbe a formare con Del Sorbo e Manzo un attacco stellare. La Stagione appena terminata è stata a dir poco fantastica,  con 27 risultati utili consecutivi la compagine nerazzurra ha richiamato l attenzione dei più importanti media nazionali ed internazionali, e dopo 10 anni Rai Sport tornerà a trasmettere una partita del Gladiator, la partita fù giocata il 5 gennaio a Foggia e terminata a reti bianche. Il Gladiator terminerà la stagione al secondo posto alle spalle dell Ischia di Campilongo e degli ex Alfano e Galizia. Al termine del campionato il Presidente Luce rassegna le dimissioni tra lo sconforto di un intera tifoseria.
( Testo a cura di Silvio Laudisio e aggiornato da Gaetano Primo Catalano)

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